PS4 – The Last Guardian – Recensione

Disponibile per: PS4.

Annunciato per PS3, poi apparentemente abbandonato al suo destino, The Last Guardian si è fatto attendere decisamente parecchio tempo… ma alla fine l’ultima creatura (in tutti i sensi) di Fumito Ueda ha raggiunto le nostre PS4, pronta ad emozionarci come era già successo con i suoi lavori passati.

Trico
Chi conosce gli altri due episodi della serie (ICO e Shadow of the Colossus) noterà tanti punti in comune. Già il nome del bestione alto parecchi metri, Trico, ricorda il titolo del primo gioco, e la sua stazza porta alla memoria i colossi del secondo. Noi comanderemo però un ragazzino, anche se il vero protagonista della storia è sicuramente Trico stesso, questa sorta di cagnolone piumato, con le ali, delle corna ed una coda lunga come un gatto. Trico ha tantissimi pregi, ma per la sua complessa natura ha anche qualche difetto… di fatto si comporta proprio come un animale, e da noi impara a comprendere i nostri gesti col proseguire dell’avventura, e ad essere meno testardo quando gli chiediamo aiuto… allo stesso tempo l’intelligenza artificiale del bestione ha qualche difetto che rende a volte frustrante riuscire a farci comprendere per proseguire l’avventura.

Un duo inseparabile
Se è vero che la collaborazione di Trico è fondamentale per proseguire l’avventura, anche noi nel nostro piccolo abbiamo la nostra utilità, infatti senza il nostro supporto il povero Trico sarebbe ancora incatenato nella caverna dove ci risvegliamo all’inizio della storia, e più di una volta sarebbe stato incapacitato a proseguire per via di diversi ostacoli. L’esplorazione e lo spirito d’osservazione sono ciò che serve per proseguire nel gioco, ma aggiungiamo anche un pizzico di pazienza, sia per comprendere cosa fare in alcuni frangenti, sia per farci ascoltare da Trico, che come un vero animale non risponde all’istante ad ogni nostro comando, va tenuto d’occhio, coccolato e aiutato. Tutto ciò è realizzato con una cura encomiabile ed è difficile non provare una certa empatia con Trico dopo diverse ore di gioco, anche grazie alle straordinarie animazioni ed al comportamente molto credibile dell’animale, che si gratta dietro l’orecchio, annusa ed è attratto da alcuni stimoli, prova paura, e così via…

Enigmi e poca azione
The Last Guardian non è un gioco d’azione. E’ un gioco che fa del ritmo lento ma ben calibrato il suo dogma, ci pone sempre di fronte a nuovi enigmi da risolvere, mai troppo complessi e funzionali con l’ambientazione e la collaborazione tra i due protagonisti. Inoltre ci suggerisce spesso di soffermarci sugli splendidi scorci della vallata in cui ci troviamo e delle immense torri che la compongono, sulle quali pazientemente ci arrampicheremo con lo scopo di raggiungere la torre più alta insieme al nostro amico. Trico però sembra non sopportare degli specchi a forma di occhi, sarà quindi nostra cura liberarcene per ottenere la sua collaborazione durante il percorso. Le fasi che si possono considerare più di azione sono quelle che coinvolgeranno delle strane armature viventi, dalle quali non possiamo che scappare, nel tentativo di permettere a Trico di raggiungerci e darci man forte per sconfiggerle, e poi soffermarci a curarlo dalle ferite eventualmente inflitte dalle lance che tali armature utilizzano contro di lui.

Echi dal passato
Purtroppo questa serie non si porta dietro solo tante citazioni, ma anche vecchi problemi. Il framerate è spesso altalenante, con cali vistosi sopratutto in presenza di Trico, e pur rimanendo giocabile può risultare estremamente fastidioso. Altro punto dolente sono i controlli, che hanno un loro fascino ma è innegabile che questo sistema già criticato in passato non sia poi così reattivo ai comandi del giocatore, portando qualche difficoltà nelle fasi di platforming, quando dovremo saltare con precisione, aggrapparci a Trico nel modo corretto o persino girare la telecamera, anch’essa risulta talvolta un po’ confusionaria da gestire.

Arte e Musica
Il level design di The Last Guardian è di altissimo livello, sia artistico che progettuale. Aldilà della bellezza dei luoghi che visiteremo, la cura e la precisione nella realizzazione dell’esplorazione degli stessi è davvero incredibile, così come l’interconnessione reale tra di essi, che vivremo in prima persona durante il gioco stesso, trovandoci in alcune occasioni in luoghi già visti, proprio a seguito del fatto che stiamo esplorando un vero e proprio complesso di torri interconnesse e non dei semplici livelli staccati tra loro. I temi musicali sono ben inseriti e coinvolgenti, e lasciano spazio a silenzi ed al rumore di vento e foglie nei momenti giusti.

Conclusioni
The Last Guardian non delude le aspettative. E’ un’avventura intrisa di emozioni, in cui Trico è il grande protagonista grazie alla incredibile realizzazione grafica e comportamentale, in un’ambientazione straordinaria nel suo level design, in questa vallata composta da torri enormi e spazi immensi, immersi nel mistero di Trico e del bambino che andremo ad impersonare.

Voto:85

+ Emozioni e divertimento assicurati grazie alla realizzazione di Trico

+ Livello artistico grafico e musicale di altissimo livello

– Framerate, comandi e telecamera hanno qualche problema

– Qualche incertezza di troppo in alcune fasi di platforming e impartizione di comandi a Trico

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