PSVR – Resident Evil 7 – Recensione

Disponibile per:PS4 (anche con PSVR), XBox One, PC.

Capcom ritorna alle origini con Resident Evil 7, sponsorizzando la realtà virtuale come il modo migliore per godere della rinascita di questo brand, tornato prepotentemente alla formula di Survival Horror e con la novità della visuale in prima persona. Ma davvero la realtà virtuale migliora il gioco?

Survival Horror
La più grande novità di questo settimo capitolo non credo sia tanto la visuale in prima persona, quando il ritorno prepotente alla formula di Survival Horror! E’ dal quarto capitolo (uscito inizialmente come esclusiva su GameCube) che la serie era diventata sempre più un gioco d’azione, allontanandosi da quello che era il primo gioco, dove avevamo sì a disposizione diverse armi, ma le munizioni scarseggiavano, ed era importante gestirle al meglio. Resident Evil 7 ripropone un horror quindi classico, dove non avremo un arsenale a disposizione, nè dove il protagonista ha particolare dimestichezza con armi di alcun genere, e solo dopo l’introduzione avremo finalmente a disposizione una pistola, che tuttavia non è particolarmente letale contro i nemici che andremo ad affrontare.

Il ritorno della Villa
I fan della serie ricorderanno la Mansion (Villa) del primo gioco, piena di misteri, enigmi e pericoli. Resident Evil 7 inizia proprio in una villa (e non solo), ugualmente zeppa di enigmi e pericoli, strizzando spesso l’occhio ai fan con varie chicche. Il protagonista arriverà in questo luogo attratto da un messaggio della propria ragazza scomparsa da anni, ma una volta entrato nella Villa si troverà prigioniero al suo interno, circondato da pericoli, nemici dai poteri soprannaturali, e parzialmente indifeso. Il gioco si svolge tutto in prima persona, e ci troverà a cercare di svelare il mistero che avvolge la villa ed i suoi pericoli, mentre cerchiamo di sopravvivere. Ci troveremo a raccogliere oggetti per risolvere enigmi, documenti per capire meglio dove ci troviamo e chi siano i nostri nemici, e ingegnarci per capire come aprire una porta, risolvere un indovinello od aprire un passaggio segreto, sempre dovendo far conto con le trappole che la Villa nasconde al suo interno (e qui potrei citare dal primo gioco il famoso fucile chiuso nella stanza… ma questa volta siamo soli!).

La nuova Nemesi è la famiglia
Nemesis è uno dei cattivi simbolo dei primi giochi della serie, un energumeno enorme ed invincibile, che compare all’improvviso e ci insegue con lo scopo di ucciderci. Similmente avremo un nemico del genere anche in Resident Evil 7, che potremo solamente indebolire e temporaneamente mettere fuori gioco, ma al costo di fin troppe munizioni, rendendo preferibile trovare il modo di sfuggirli nascondendoci. Non sarà l’unico avversario che ci troveremo contro, avremo a che fare anche con altri nemici molto potenti, anche se il numero totale è abbastanza ristretto. Ma la nemesi questa volta non è una sola, ma è tutta la “famiglia”, così chiamata da quello che ci viene presentato come l’antagonista di turno, e tale termine non è usato a caso, come avremo modo di scoprire proseguendo con l’esplorazione della villa e dei suoi dintorni.

Da giocare in VR?
La risposta è sì, questo gioco fa la differenza in VR. Se avete un PSVR lo dovete giocare con il visore, senza se e senza ma. Graficamente il titolo è più pulito e dettagliato se non giocato in VR, raggiungendo il fullhd ed i 60fps, ma in VR l’esperienza di gioco cambia totalmente garantendo un’immersione unica. Di base il movimento di gioco è libero ed è impostato un movimento a scatto di 90° per girare la visuale, ma questa impostazione è modificabile con la telecamera completamente libera, con la possibilità di modificare la velocità sia di rotazione che di movimento del protagonista, è quindi consigliabile “giocare” un po’ con queste impostazioni per trovare quella che più troviamo comoda e meno faticosa da gestire, personalmente ho trovato la migliore soluzione impostare la rotazione libera, il tutto a velocità Normale. Il gioco è indubbiamente un’esperienza tra le più intense in VR, non solo perchè in più momenti saremo costretti ad essere parecchio dinamici negli scontri e nelle fughe dai nostri nemici, ma anche il setting horror e di tensione portano il giocatore ad essere poco rilassato durante le sessioni di gioco. Nonostante ciò, pur ricordando che è sempre molto personale questo dato, si riesce a giocare un’ora in VR senza particolari problemi, ma dopo questa soglia l’affaticamento da VR inizia a farsi sentire, seppur lo trovo piuttosto giustificato in tale contesto.

L’orrore in VR
Esplorare questi luoghi bui e pericolosi è un’esperienza davvero unica grazie al VR, che aggiunge tantissimo all’atmosfera. Allungare il collo per sbirciare dietro un angolo, muovere la visuale per mirare meglio un nemico che ci sta correndo incontro, fuggire sentendo tramite l’ottimo audio 3D l’avversario alle nostre spalle che ci insegue, è tutto molto più intenso e coinvolgente che vederlo sulla TV. Ci sono anche molte scene pensate per il VR, o che semplicemente funzionano meglio in questa modalità, dove vorremmo girare la testa o allontanarci per non dover subire certe cose, ma chiaramente essendo i protagonisti in prima persona questo non è possibile, rendendo più efficace e disturbante ciò che accade di fronte a noi. Gli scontri sono inizialmente anch’essi molto intensi sia per la tensione sia per la dinamicità richiesta, ma devo ammettere che alla lunga ci si fa l’abitudine ed il senso di pericolo e paura si fanno meno preponderanti, grazie anche all’arsenale a nostra disposizione.

E l’azione?
E’ vero che la natura del gioco porta a nascondersi e cercare di conservare le munizioni per gli scontri inevitabili, ma non manca anche la giusta dose d’azione. Ci sono scontri con i boss, che richiedono di comprendere le giuste meccaniche per sconfiggerli, ci sono alcuni punti del gioco in cui è consigliabile affrontare faccia a faccia i mostri che affrontiamo, e per tutto ciò non manca un discreto arsenale di cui mi limito a citare: un coltellino, più di una pistola ed un fucile a pompa, ma ci sono anche altre armi da ottenere. Negli scontri è molto importante far fruttare al meglio i nostri colpi, mirando alla testa e parando quando necessario i colpi dei nemici per minimizzare i danni. Il nostro inventario è però limitato, quindi bisogna fare attenzione a cosa portarsi dietro, e se è pieno tornare in una stanza di salvataggio per depositare in una cassa quello che non ci serve. Tornano le famose erbe mediche per curarsi, che andranno mescolate a dei liquidi speciali per creare degli unguenti curativi, o creare munizioni aggiuntive per le nostre armi. E’ possibile anche creare munizioni e oggetti curativi più potenti grazie alle giuste combinazioni di oggetti. Per capire quanta “vita” ci rimane prima di ricevere il colpo fatale vengono in aiuto sia un colore rosso che pervade i bordi della nostra visuale, sia uno speciale orologio sul polso sinistro della nostra mano virtuale che mostra un grafico colorato per indicare le nostre condizioni.

Conclusioni
Resident Evil 7 è il ritorno di un grande classico. Un Horror con l’H maiuscola, dalla grandissima atmosfera e dalla buona trama, ben diretto e raccontato, ben costruito e divertente da giocare. Offre una modalità VR che si può definire la migliore esperienza disponibile oggi per il PSVR (e non solo), che non è solo un orpello ma è il modo migliore per godere del gioco.
Ha una discreta longevità ed ha un ottimo ritmo di gioco, tra azione e la necessaria cautela per esplorare questi luoghi maledetti.

Voto:95

+ La miglior modalità VR sul mercato

+ Un Horror coi fiocchi, dall’ottimo ritmo

+ Graficamente dettagliato e fluido, dignitoso anche in VR

– Caricamenti un po’ troppo lunghi in alcuni casi

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