PSVR – Until Dawn: Rush of Blood – Recensione

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Disponibile per: PS4 (solo PSVR).

Non poteva mancare un “on-rail shooter” tra i titoli di lancio del PSVR, ed ecco quindi Until Dawn: Rush of Blood, che come il titolo suggerisce, rimanda al gioco horror uscito in esclusiva sulla PS4.

Questo sparatutto su rotaia ci porterà a bordo di un carrello da miniera, che muovendosi su una rotaia in una sorta di luna park degli orrori, ci metterà di fronte ad ostacoli, mostri e qualche spavento un po’ pilotato. Non fatevi ingannare dal titolo, in quanto ha poco più che varie citazioni e cameo riprese dal titolo principale.

Montagne russe in VR?

Il carrello da miniera è stato sicuramente pensato per simulare la nostra posizione da seduti sul divano, così come l’utilizzo di due Move simulerà al meglio il movimento delle nostre braccia virtuali all’interno del gioco, permettendo una migliore mira un po’ più di immedesimazione nel gioco. L’effetto montagna russa si sente nei percorsi più spericolati e veloci, dividendo il gioco in sezioni in cui sparare a bersagli innocui per fare punteggio, respingere i mostri che ci si pareranno davanti, boss compresi, e sopravvivere ad alcuni percorsi ad alta velocità in cui dovremo letteralmente schivare con la testa gli ostacoli che ci si pareranno davanti.

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Sparo, sparo, e poi?

Il gioco in un certo senso è tutto qui… si sta seduti sul proprio carrellino che da solo si muove nei percorsi e ci si concentra a sparare per difendersi, fare punti, colpire i collezionabili, e all’occasione anche colpire i cartelli che ci permetteranno di cambiare il percorso, fornendo qualche piccolo bivio per variare un po’ la strada durante le partite. Diverse le armi da fuoco intercambiabili durante il percorso, ognuna con un tipo diverso di colpo e potenza. Il gioco si snoda in 7 livelli, non molti, così come non molto ci vorrà a completare l’intera cavalcata a bordo del carrello. Ci sono poi quattro livelli di difficoltà, di cui l’ultimo fin troppo punitivo, in quanto basterà un solo colpo a metterci ko.

Horror o splatter?

Di horror ha in effetti poco, giusto qualche piccolo spavento che funziona solo alla prima partita, per il resto è predominante l’ambiente sanguinolento, la violenza nei colpi d’arma da fuoco, che smembreranno i nostri nemici, e l’ambientazione oscura e malata. Non è per i più impressionabili.

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Non sarà troppo buio?

Graficamente si poteva fare di meglio, considerato che si svolge in ambienti bui e abbastanza ristretti, il dettaglio grafico spesso è di basso livello, e non impressiona mai sotto nessun punto di vista, con una grafica abbastanza sporca e con effetti grafici di vecchia generazione, non aiuta il nome che porta vista l’ottima qualità grafica di cui godeva Until Dawn. Sicuramente un dettaglio grafico più pulito avrebbe giovato, chissà che con l’arrivo della PSPro non ci sarà una patch per chi possiederà la suddetta console. Il comparto sonoro di accompagnamento è di buona fattura e contribuisce a creare un’atmosfera che ci accompagna a dovere durante l’avventura.


Conclusioni

Until Dawn: Rush of Blood è un discreto “on-rail shooter”, con una discreta longevità garantita anche dai percorsi multipli, dai vari livelli di difficoltà, dai collezionabili e dalle classifiche online. E’ un titolo estremamente classico, che beneficia per il coinvolgimento del VR, ma non è tra i migliori titoli disponibili per il visore della Sony.

Voto 75/100

+ Uno sparatutto su rotaie abbastanza vario

+ Buona rigiocabilità

– Graficamente migliorabile

– La sua natura semplice può stancare in fretta

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