PS4 – Sekiro: Shadows Die Twice – Recensione

Disponibile per:Xbox One, PS4, PC

Sekiro: Shadows Die Twice è l’ultima creatura di Miyazaki, divenuto famoso per la series “Souls” (Demons Souls, Dark Souls e Bloodborne), verremo trasportati in una nuova ambientazione fantasy, ispirata ad un medioevo giapponese, dove ci sono Shinobi, Samurai, demoni e quant’altro!

L’onore di uno Shinobi
Sekiro è la storia dello Shinobi Lupo, orfano di una battaglia dove ha perso la famiglia e cresciuto da Gufo, padre adottivo, dedica la sua vita a proteggere il suo Signore… La storia poi riprende qualche tempo dopo, in cui pare che Lupo non sia riuscito nel suo compito, ma ha perso la memoria e non ricorda cosa sia successo esattamente…
La storia viene narrata come da tradizione in modo soffuso, ma in questo caso anche più diretto, quindi non dovremo perderci nelle descrizioni di ogni oggetto trovato per capirci qualcosa. Viene quindi parzialmente mantenuto lo stile narrativo affascinante dei “Souls”, ma rendendolo un po’ meno misterioso e più accessibile a tutti.

Il potere della resurrezione
Sekiro è un gioco difficile, quindi i fan di Miyazaki stiano tranquilli. Allo stesso tempo concede qualcosa in più rispetto al passato. In primis raggiungere un boss sarà molto più agevole, grazie alla miriade di checkpoint sparsi per la mappa, e strategicamente posizionati sempre a pochi metri dagli scontri decisivi, inoltre la nuova meccanica di resurrezione concede qualche tentativo extra durante gli scontri. Infatti se uccisi, e se avremo a disposizione una “resurrezione”, potremo appunto resuscitare nel mezzo della battaglia, così da avere una seconda chance, magari proprio quando muoriamo ad un passo dalla vittoria! Queste opportunità sono limitate, ma possono essere ricaricare sconfiggendo i nemici. Inoltre è stato aggiunto un tasto pausa, che fortunatamente non è così negativo ai fini del gameplay, non rendendo più facile il gioco in alcun modo.

Sempre più agili e veloci
Sekiro “riparte” da Bloodborne, dove le strategia difensive erano sconsigliate e poco pratiche, qui ancora di più si viene spronati ad attaccare costantemente gli avversari, senza mai tergiversare troppo. Il gioco è inoltre molto veloce ed improntato all’azione, ma soprattutto rende la meccanica del “parrying” la principale protagonista degli scontri all’arma bianca. Il protagonista e la maggior parte degli avversari infatti, sono dotati come arma principale di una spada (o arma bianca di altro genere), e la meccanica più importante in assoluto è quella di “deflettere” gli attacchi avversari parando al momento giusto, così da far riempire la barra di “postura” il più velocemente possibile, la quale una volta piena concede al giocatore di sferrare un attacco mortale, indipendetemente da quanta vita rimane all’avversario. Questa meccanica è implementata splendidamente, e rende gli scontri davvero divertenti contro tutti i tipi di avversari. Ovviamente lo stesso vale per noi, se perderemo la “postura” saremo esposti agli attacchi nemici senza poter parare i colpi! Sekiro approccia anche una possibilità “Stealth” di affrontare i nemici, è infatti possibile avvicinarsi di soppiatto per sferrare attacchi mortali agli avversari, compresi i boss, e se non si è vicini ad altri nemici si può passare inosservati, così da sgombrare il campo dai troppi nemici presenti in alcune zone… tutto ciò non è sempre possibile, ma funziona bene in molte occasioni.

Uno Shinobi pieno di risorse
Il nostro protagonista potrà contare su un “braccio prostetico” che una volta modificato, ci consentierà di utilizzare varie armi secondarie. Shuriken, “Ombrelli scudo”, una Lancia, dei “petardi” utili a confondere il nemico, un Coltello avvelenato, e così via… questi attacchi secondari hanno un utilizzo limitato, ma consentono di “facilitare” ulteriormente gli scontri, considerato che alcuni nemici e boss sono particolarmente deboli se affrontati con alcuni di questi “aggeggi”, a noi scoprire quali se abbiamo bisogno di facilitarci un po’ la vita. Oltre a questi avremo un inventario con una serie di oggetti che spaziano dai quelli curativi, a quelli per potenziarsi temporaneamente. L’oggetto più preziso sarà però la nostra “fiaschetta curativa”, la quale si ricarica ogni volta che riposeremo ad un “Idolo”, e permette appunto di curare la nostra energia vitale per un numero limitato di volte. Questa volta però non potremo contare sull’aiuto di un amico per superare un nemico particolarmente ostico, infatti Sekiro non ha nessuna componente online, nè competitiva nè cooperativa.

Esplorazione
Sekiro offre una certa libertà di come esplorare le zone di gioco, senza eccedere. Inoltre l’abilità di Lupo di utilizzare un gancio allungabile per raggiungere luoghi in posizioni alte rispetto a dove ci troviamo, ha permesso di sviluppare un mondo di gioco per la prima volta anche, e soprattutto, in verticale. Ci troveremo spesso a lanciare il nostro gancio per scalare alberi, case, rocce e quant’altro, ma questo attrezzo può essere usato solo in punti specifici e non avremo la libertà di utilizzarlo quando vogliamo. Non mancano i segreti da trovare in giro per il mondo di gioco, non solo per quanto riguarda le quest secondarie, ma anche per i molti Boss opzionali ed i vari finali disponibili. Le quest sono legate al “Male del Drago”, un male che si spande tra i vari personaggi del gioco ogni volta che muoriamo durante una battaglia… la sua comparsa è del tutto casuale, ma impedirà di proseguire le quest legate al personaggio specifico, fintanto che non lo guariremo con un oggetto particolare.

Una gioia per gli occhi?
Sekiro è sicuramente migliore di Bloodborne da un lato puramente tecnico (artisticamente meno ispirato). Nessun calo di framerate (almeno su PS4 PRO), una grafica ottimamente realizzata, ed in generale un comparto sonoro di ottimo livello. Effetti grafici, in particolare scintille, non mancano, così come una giusta varietà delle ambientazioni. A livello di animazioni invece abbiamo qualcosa di davvero pazzesco, con una cura al dettaglio maniacale, che se si ha poi la possibilità di rivedere a velocità rallentata, si mostra in tutta la sua bellezza. Manca del tutto la componente di “equipaggiamento” dei precedenti giochi, la nostra arma principale sarà sempre la stessa, così come il nostro abbigliamento, e potremo potenziare entrambi presso gli “Idoli” semplicemente dopo aver battuto i boss o raccolto una serie di oggetti specifici.

Conclusioni
Sekiro è un nuovo approccio ai “Souls” con cui condivide molte somiglianze, e non solo la difficoltà. Un’ambientazione da giappone medievale fantasy affascinante, un gameplay frenetico e divertente, scontri epici con molti boss, un cast carismatico… Sekiro ha davvero tutto, ma soprattutto non tradisce i fan, concede qualcosa in più ma rimane un titolo impegnativo.

Voto:90

+ Longevo ed impegnativo, ma appagante

+ Gameplay basato sul deflettere gli attacchi, fresco e divertente

– La meccanica del “Male del Drago” è tristemente castrata

– Non è per tutti, è difficile e molto impegnativo, non ha nessuna componente online nè competitiva nè cooperativa

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