PSVR – Doom VFR – Recensione

Disponibile per:PS4 (solo PSVR), PC (VR)

Non poteva mancare tra i titoli che tentano il loro personale salto nel VR, lo storico Doom, così riproposto in una mini avventura in VFR (Virtual Fucking Reality, come la mitica arma BFG, ovver la big fucking gun, Ndr).

Non si rallenta neanche un po’
Doom VFR non ha paura di proporre la stessa formula del titolo uscito per console, e nonostante molti giochi in VFR propongano un gameplay “rallentato” per evitare eventuali problemi di Motion Sickness (nausea, Ndr), Doom invece rimane un gioco velocissimo ed adrenalinico. I demoni sono leggermente meno reattivi, ma rimangono numerosi a schermo e decisamente cattivi, infatti saremo costretti a guardarci dai loro attacchi da tutti i lati, con a nostro vantaggio solo dei brevi rallentamenti del tempo quando decidiamo di cambiare arma, o quando dobbiamo selezionare il punto dove teletrasportarci. Ottimo lavoro svolto sul lato VR per quanto riguarda la Motion Sickness, infatti nonostante il gioco sia estremamente dinamico, non da problemi in questo senso.

Move, Aim e Dualshock
Il sistema di controllo ci mette a disposizione varie opzioni, dal movimento libero al teletrasporto, con quest’ultimo però molto più comodo e chiaramente pensato alla base del gameplay stesso, visto che ci permette di eseguire molte azioni necessarie sia a sconfiggere i demoni, sia a proseguire nella storia. Il Dualshock si comporta come nel gioco originale, i due Move ci mettono a disposizione in una mano l’arma e nell’altra di fatto le granate anche se non sono sempre comodissimi o precisi. Parlando dell’aim si nota come sia forse il migliore ed allo stesso tempo il peggiore. E’ quello che risulta più naturale in assoluto sia come immersione che come gestione dei comandi, tuttavia graficamente e a livello di tracking è un disastro. Intanto il tracking spesso va a farsi benedire, per mirare dovremo quasi immaginare di aver l’arma in mano perchè questa scompare… inoltre Doom Guy la tiene con una mano sola, con una mano sinistra “volante” e fissa pronta a lanciare granate… scelta altamente discutibile, sarebbe bastato lasciarlo con le due mani sull’arma, e la mano sinistra nascosta.

Breve ritorno agli inferi
Il nostro ritorno nel mondo di Doom è piuttosto breve. Se da un lato esploreremo sia ambienti della stazione spaziale, aperti e chiusi, e anche gli inferi, il tutto si riduce in livelli piuttosto brevi e generalmente lineari, con gli stessi “segreti” e oggetti nascosti posti in modo abbastanza palese, ma in un titolo VFR di prima generazione è comprensibile evitare all’utente di girare troppo per evitare inutile Motion Sickness. Dall’altro rimane facilmente completabile in 2-3 orette a seconda della nostra abilità e predisposizione a cercare tutti i pupazzetti nascosti nei livelli, le sfide e quant’altro, ma una volta completato non rimarrà molto da fare. A livello grafico il titolo è decisamente la fiera dell’aliasing, per il resto rimane su buoni livelli sia per i modelli poligonali che sugli effetti grafici in generali, accompagnato dal precedente ottimo impianto sonoro.

Conclusioni
Doom VFR è un esperimento poco riuscito, sembra più un mod frettoloso di livelli inediti portati in VR che una vera e propria “espansione” di gioco in VR. Il gameplay rimane fedele all’originale senza generare problemi di Motion Sickness.

Voto:65

+ Comparto tecnico discreto

+ Veloce come l’originale

– Corto e poco rigiocabile

– Aim e Move sfruttati male!

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