PS4 – Nier: Automata – Recensione

Disponibile per:PS4, XBox One, PC

Sviluppato da Platinum Games, e diretto dal genio di Yoko Taro, Nier: Automata è la nuova entrata della serie che si svolge nell’universo di Drakengard, con cui non condivide collegamenti tali da richiedere la conoscenza dei titoli passati, ma i fan della saga non potranno notare i riferimenti al mondo di gioco.

Un gioco mutevole
Nier: Automata è un gioco d’azione, che si evolve e trasforma più volte durante l’avventura, passando da Shump ad “action game” alla Devil May Cry, passando per “open world” a gioco a scorrimento orizzontale… insomma come Nier uscito su PS3, la sua formula di gioco è estremamente mutevole durante tutta l’avventura. La stessa storia ci metterà nei panni di più di un protagonista, iniziando con 2B, la protagonista femminile, per poi metterci ai comandi di 9S, il protagonista maschile.

Androidi per salvare l’umanità
In seguito ad un’invasione aliena, il mondo è stato invaso e devastato dalle biomacchine. A seguito di questa invasione l’umanità sul pianeta terra si è estinta, pochi sopravvissuti formano il “consiglio dell’umanità”, situato su una base lunare, dove si erge l’ultima roccaforte della razza umana. Qui nel “bunker” è stata istituita la base operativa per la riconquista della terra, ed è nata l’unità YoRHa, composta da androidi dalle fattezze umane, con capacità combattive in grado di fronteggiare le biomacchine sulla terra, allo scopo di liberarla per permettere all’umanità di rifiorire. Questo è l’incipit della storia di Nier: Automata, quindi un mondo post-apocalittico, dove dopo queste informazioni iniziali, la storia verrà raccontata direttamente dalle vicende vissute dai protagonisti, non a caso infatti completata la prima parte con 2B, e dopo i titoli di coda, rigiocheremo la stessa parte di storia dal punto di vista di 9S, così da scoprire molte nuove informazioni sulla verità che si cela dietro il “consiglio dell’umanità”.

Meta-gioco e meta-storia
Yoko Taro non è nuovo a proporre nei suoi giochi sia uno stile di gameplay vario e particolare, sia una narrativa riflessiva e provocatoria. La storia viene raccontata da più punti di vista, quello dei protagonisti che andremo ad utilizzare, qualche sprazzo giocato dal punto di vista delle macchine, dei dialoghi “off-screen” dei pod che seguono 2B e 9S, dei racconti testuali e i tanti documenti recuperabili nel mondo di gioco. Il dipanarsi della trama, dei suoi risvolti, dei punti di vista dei protagonisti buoni, cattivi e anche chi si trova nel mezzo “vittima” degli eventi, arricchiscono enormemente la narrazione, ma richiedono un minimo di attenzione da parte del giocatore, per comprendere tutte le sfumature, le cose appena accennate, e le riflessioni che nascono da una vicenda che cerca di andare oltre la storia che vuole raccontare, e prova a porre uno spunto di riflessione su cosa significa “umanità”. Ma il lato meta-ludico non si ferma qui, Yoko Taro non è nuovo a questo tipo di comunicazione, e qui la inserisce in modo fine e ben studiato, sfruttando ad esempio alcuni trofei, alcuni “comportamenti” dei protagonisti a nostre azioni con la telecamera (e qui mi riferisco ai maschietti… 🙂 ), ad alcuni dialoghi, ed a tutte quelle situazioni che tendono a “rompere la quarta parete”, quella che divide lo spettatore dallo spettacolo, nel qual caso il giocatore dal gioco.

Platinum Games = Action Games
I Platinum ci hanno abituato ad aspettarci da parte loro dei giochi d’azione di un certo livello, e anche questa volta le aspettative sono state rispettate. Avremo a disposizione due tipi di attacchi, leggero e potente, e di conseguenza veloce e lento, ognuno che muta in quantità di colpi che ne compongono la combo più lunga, sia nel tipo di colpi e l’effetto che avranno sui nemici anche in base all’arma utilizzata e l’ordine delle stesse, così come gli attacchi in aria o quelli caricati con il tasto di schivata che ha anche la funzione di scatto. Potremo equipaggiare con 2B due armi alla volta (9S al posto dell’attacco potente potrà utilizzare un’abilità per hackerare gli avversari), e assegnare ognuna di esse ad uno dei due attacchi, sfruttandone le caratteristiche. Un altro tasto sarà dedicato alle schivate, infatti non avremo modo di parare gli attacchi avversari, ma potremo agilmente evitarli premendo il tasto dedicato al momento giusto. Avremo inoltre un “pod” che ci svolazza intorno, che sarà in grado di darci supporto bellico in vari modi a seconda dei moduli che andremo a montare su di lui. Essendo degli androidi avremo la possibilità di potenziarci inserendo dei moduli nella nostra “memoria RAM”, spaziando da moduli di attacco, difesa, supporto… così da creare la combinazione che più ci aggrada. Le boss fight sono particolarmente intense, mettendoci spesso di fronte a nemici a dir poco enormi, e hanno la particolarità di ricordare gli scontri classici degli shumps, con migliaia di proiettili da schivare mentre si contrattacca l’avversario.

Open World, Empty World
La nostra avventura si svolge sulla terra, devastata e dove la natura sta riprendendo possesso delle metropoli abbandonate… il piccolo open world di Nier: Automata è però un po’ vuoto, e le lunghe corse per il mondo di gioco tendono ad essere abbastanza noiose… per fortuna esiste la possibilità di “teletrasportarsi”, ma questa funziona viene sbloccata solo dopo alcune ore di gioco. Come detto ci troveremo nel mezzo di una metropoli in rovina, ma esploreremo anche un deserto, una fabbrica di metalli, dei luoghi sulla costa, e delle piccoli villagi abitati da macchine… Le missioni secondarie non mancano, e non sono fini a se stesse, ma raccontano a loro volta qualcosa del mondo come è ora, e di chi lo abita, diventando parte integrante della narrazione.

Danzare all’arma bianca
I combattimenti con i nemici sembrano delle vere e proprie danze all’arma bianca. 2B e 9S quando combattono, sembrano danzare mentre sferrano colpi di spada verso i nemici, e rendono ogni scontro anche bello da vedere, oltre che divertente. Da sottolineare quindi l’ottimo lavoro sotto il profilo delle animazioni, ma senza dimenticare lo splendido lavoro di Keiichi Okabe per quanto riguarda il lato musicale. Ci sono brani cantati e melodici, passiamo dal “tribale” al “lirico”, dalla quiete del villaggio all’epicità delle battaglie, ogni momento è scandito alla perfezione, con i tempi ed i ritmi giusti.

Conclusioni
Nier: Automata è un titolo che sorprende. Inizia un po’ sottotono, ma più si prosegue, più dimostra quanto sia stata curata la narrazione ed il gameplay. Ottima colonna sonora, buon comparto tecnico, una storia profonda ed un’ampia varietà di situazioni lo rendono un gioco davvero speciale.

Voto:90

+ Storia raccontata in modo unico e profondo

+ Gameplay vario e ottimo in ogni sua forma

– La prima parte è meno riuscita e può scoraggiare qualche giocatore poco paziente

– Open world fine a se stesso

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