PSVITA – Hyperdimension Neptunia Re;Birth 3: V Generation – Recensione

Disponibile per:PSVITA (Originale: PS3)

Capitolo “conclusivo” della trilogia originariamente uscita su PS3, e poi riedita con varie migliorie su PSVITA, Nep-Nep e socie non hanno perso lo smalto, e chiudono la saga con il capitolo forse più completo a livello di contenuti.

Gamindustry
Per chi non conoscesse la saga, Hyperdimension Neptunia (da qui HN, Ndr), si svolge in un immaginario mondo virtuale, in cui le console sono rappresentate da delle giovani ed avvenenti ragazze, ognuna delle quali rappresenta idealmente una delle console famose, o ancora meglio uno dei brand (Dreamcast, Playstation, Xbox, Wii, Atari, etc…), senza dichiararlo in modo esplicito, ma chiaramente riconoscibili per qualsiasi appassionato di videogiochi. Neptunia e socie abitano a Gamindustry, ed ognuna governa sul suo territorio, cercando di portare più utenti verso il proprio dominio… tuttavia regna anche l’amicizia tra di loro, e per la terza volta uniranno le forze allo scopo di fermare un nemico comune.

Persa nel mondo virtuale
Questa volta la trama vede Nep-Nep finire in una dimensione parallela, una sorta di mondo alternativo dove ritroverà volti noti ma con caratteristiche diverse, e anche qualche riuscita “new entry” (Plutia). Dopo un deludente secondo capitolo, ora avremo una trama gestita meglio, con degli antagonisti un minimo interessanti e dei dialoghi in generali più riusciti. Dunque nonostante i frequenti deja-vù per location e situazioni, si passa più piacevolmente il tempo a leggere gli infiniti dialoghi e scambi di battute tra le protagoniste, dove al solito si creano situazioni divertenti, spesso ambigue (e qui si vede tanto l’anima “jappa” del titolo, che ammicca alle giovani ed avvenenti protagoniste, in particolare con il look della nuova arrivata Plutia…), e talvolta fin troppo prolisse.

Azione e tattica
Ritorna lo stesso sistema di combattimento dei prequel, potremo comandare fino a 4 personaggi in campo, ognuno avrà il suo turno per essere mosso nel campo di battaglia e sferrare i propri attacchi, inoltre le “CPU” (ovvero le protagoniste) potranno anche trasformarsi per sfruttare abilità superiori per sconfiggere i nemici. Il tutto si svolge a turni, con una griglia che visualizza l’ordine di attacco di compagni ed avversari, così da permettere un minimo di pianificazione. Il sistema è oramai rodato e funzionale, così come le abilità a disposizione che verranno sbloccate aumentando di livello, e come da tradizione per ogni classico Jrpg, potremo equipaggiare i personaggi con armi e protezioni migliori, acquistabili nei negozi o trovandole in giro per i dungeons. I combattimenti risultano quindi un mix decente di velocità e tattica, rendendo gli scontri facili non troppo lunghi, e quelli più difficili un pelo più ragionati, anche se di fatto si tenderà ad usare quasi sempre la medesima tattica dall’inizio alla fine, al più scambiando i personaggi in base alle loro abilità più utili.

Esplorazione e personalizzazione
I dungeons, purtroppo, sono gli stessi identici già visti, quindi di nuovo rivisiteremo i medesimi luoghi, così come i nostri avversari… molto poche quindi le novità, così come i menù di gioco che ripropongono nuovamente la possibilità di attivare varie abilità spendendo dei “punti RAM” acquisibili durante l’avventura, tra cui alcune molto utili per rendere gli scontri più facili o difficili, acquisire più Exp durante i combattimenti, sbloccare dungeons più difficili, o far comparire nei negozi nuove armi o indumenti… Torna anche la scalata della torre con Stella, una sorta di mini gioco dove manderemo la suddetta protagonista a scalare una torre di 1000 piani, durante l’esplorazione, se tornerà sana e salva, ci porterà indietro gli oggetti che sarà stata in grado di recuperare durante il suo viaggio. Il post-game è piuttosto ricco, ma soffre della necessità di un grinding intenso per portare i personaggi ad un livello abbastanza alto per affrontare molte delle sfide proposte.

Conclusioni
Hyperdimension Neptunia Re;Birth 3: V Generation conclude la prima trilogia della serie, e lo fa in modo soddisfacente, grazie a qualche new entry interessante, un buon postgame con tantissimi DLC gratuiti, un sistema di combattimento oramai rodato ed efficace. L’anima estremamente “jappa” del titolo e la natura parzialmente visual novel, con una quantità di dialoghi corposa e spesso prolissa, lo rende un titolo non adatto a tutti. Ma nel suo genere è sicuramente una delle saghe più riuscite degli ultimi anni.

Voto:80

+ A livello di dialoghi e storia, rimane accattivante nel suo genere

+ Una marea di personaggi, anche grazie ai DLC gratuiti, e un buon post-game da scoprire

– Perlopiù gli stessi nemici e gli stessi dungeon riproposti per la terza volta

– Grinding estremo necessario per il post game…

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