PS4 – Deus Ex: Mankind Divided – Recensione

Disponibile per: PS4, Xbox One, PC.

Dopo l’ottimo Human Revolution, Deus Ex torna con Mankind Divided, la cui trama prosegue naturalmente dopo gli eventi del gioco precedente, o quasi.

Umanità Divisa
Chi ha giocato al precedente capitolo saprà già che gli eventi conclusivi hanno destabilizzato l’intero pianeta, dimostrando come gli impianti cibernetici possano essere estremamente pericolosi, e creando un clima di diffidenza ed una sostanziale divisione tra esseri umani “puri” e “potenziati”. Noi stessi vivremo in prima persona la diffidenza delle persone e delle forze dell’ordine, dovendo fare la fila per la metro separatamente dai non potenziati, vivendo col costante occhio della polizia su di noi, ed in generale scoprendo come i potenziati siano trattati in modo razzista. Capiterà per esempio venire fermati dalla polizia se non si rispettano certe regole, o semplicemente passando da alcuni punti di blocco, e dover perdere un minuto di tempo a mostrare i propri documenti e giustificare la propria presenza.

Potenziamenti ereditati
La maggior attrattiva di Deus Ex è la possibilità di personalizzare ampiamente il protagonista, Adam Jensen, tramite i potenziamenti della sua struttura robotica. Con la scusa che dopo Panchea siamo misteriosamente scomparsi per più di un anno, i nostri vecchi potenziamenti saranno in buona parte disattivati, e dopo la missione tutorial, partiremo completamente da zero. Ampia quindi la scelta di creare un personaggio completamente stealth, una macchina da guerra, od un ibrido. Così come il gioco stesso è costruito per permettere i più disparati metodi per risolvere ogni missioni, infiltrarsi nelle location, o risolvere i dialoghi con i personaggi. Se da un lato questo è un merito, dall’altro tanta libertà lo rende anche troppo facile in alcuni frangenti.

Libertà totale?
Il gioco si svolge per la maggior parte a Praga, in due zone, dove svolgeremo tutte le missioni secondarie e parte di quelle principali. Qui avremo il nostro appartamento, il quartier generale, la metro e i negozi. Oltre a questo, ci saranno tre missioni dislocate fuori da Praga, tuttavia saranno dei “semplici” livelli, e non altre location vere e proprie come nel precedente Human Revolution. L’approccio di gioco è estremamente libero, se optiamo per un approccio stealth, ci saranno sempre minime due modi per risolvere una situazione, così come tantissime possibilità di esplorazione, tra pannelli di aerazione nascosti, terminali da hackerare, oggetti pesanti da spostare per ottenere delle scorciatoie, e così via… inoltre il level design si sviluppa sia in orizzontale che in verticale, non dimentichiamoci mai quindi di guardare anche sopra la nostra testa per scovare delle vie alternative. R’ possibile anche farsi forza a colpi d’arma da fuoco, ma il gioco è stato chiaramente studiato per spronare il giocatore ad ingegnarsi a trovare un modo di aggirare gli scontri, seppure non manchino vari potenziamenti puramente offensivi, offrendo spazio anche a chi vuole trasformarsi nel rambo robotico della situazione. E’ possible completare l’intera storia in stealth senza uccidere assolutamente nessuno, e viene proposto un livello di difficoltà aggiuntivo una volta completato il gioco, dove se si muore, si perde anche il salvataggio e bisogna ricominciare da capo.

Grafica e Sonoro potenziati?
Il tema musicale è lo stesso del precedente, il doppiaggio è di discreto livello, la grafica è buona ma non eccezionale, e soprattutto soffre di diversi cali di frame-rate in alcune situazioni. In generale è però di buon livello, e durante i dialoghi il protagonista si mostra in tutta la sua bellezza poligonale. Ciò che invece colpisce per davvero, sono la direzione artistica, che offre una bellissima proposizione di Praga, con elementi di grande impatto, ed un level design davvero eccezionale, che permette appunto di giocare in moltissimi modi diversi l’avventura.

Una storia a metà
La trama tiene impegnati per una quindicina o ventina di ore, a seconda anche di come lo si affronta, e se si giocano anche le quest secondarie. La storia non si modifica a seconda delle nostre azioni, anche se potremo risolvere con i giusti dialoghi certe situazioni, queste non influiranno sulla trama principale, ma si limiteranno a modificare gli eventi a se stanti, magari evitandoci scontri inutili o garantendoci qualche tipo di riconpensa. Lascia un po’ l’amaro in bocca per la sua natura chiaramente di passaggio, forse in parte perchè il secondo capitolo di una trilogia, forse perchè pare che Square abbia deciso ad un certo punto di far uscire il gioco, e quindi di tagliare altri contenuti previsti. E’ già disponibile anche un DLC gratuito molto corto, e la modalità Breach che è una sorta di modalità virtuale con varie sfide, molto longeva ma non altrettanto attraente. E’ prevista l’uscita di un DLC aggiuntivo.

Conclusioni
Deus Ex: Mankind Divided va a raffinare il sistema di gioco già visto in Human Revolution, senza portare grandi novità. Ha il merito di offrire un level design di alta qualità, che permette di apprezzare il gioco come più ci aggrada, oltre ad una direzione artistica generalmente ispirata, ed una longevità discreta. Lascia un po’ di amaro in bocca la trama principale, soprattutto dopo quella molto più coinvolgente di Human Revolution, così come la scarsità di varietà delle location che andremo a visitare.

Voto: 80/100

+ Level design ottimo, garantisce molta libertà di risolvere ogni situazione

+ Ottima direzione artistica

– Tutto si svolge per la maggior parte a Praga

– Trama e personaggi poco interessanti

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