PS4 – Doom – Recensione

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Disponibile per: PS4, Xbox One, Switch, PC.

Bethesda riporta alla luce un altro classico, dopo Wolfenstein, ecco un nuovo Doom ed anch’esso non è un reboot ma si colloca in qualche modo dopo gli eventi dei precedenti giochi, strizzando in particolare l’occhio al “doom guy” dei primi due classici.

Level Design d’autore
La prima cosa che colpisce è il level design. Curato, divertente, pieno di segreti e complesso ma intelligente. Il level design del gioco è davvero ad altissimi livelli, offrendo arene di combattimento sempre interessanti e ben costruite, zeppe di nemici di ogni genere, elementi nascosti da cercare e una mappa 3D/2D da consultare in ogni momento, chiara e precisa. Il gioco si divide tra luoghi futuristici della base spaziale di marte, ai classici livelli ambientati nell’inferno dei demoni.

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Fluido e fulmineo
Doom gira che è una bellezza, anche in situazioni concitate è fluidissimo e veloce, così come il suo gameplay che ci porterà a muoversi in continuazione, massacrando demoni a ritmi incalzanti, passando per alcune fasi platform ben integrate e dando quel senso di dinamicità e fluidità che lo rendono unico nel panorama console, anche perchè di solito tanta qualità grafica unita ad un framerate così solido sono prerogativa del mondo PC. Perchè anche graficamente il titolo è davvero valido, ottimi i modelli poligonali, ottimi gli effetti grafici e convincente il lato artistico.

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Classic Doom?
iD software non si è dimenticata dei fan di vecchia data. Partiamo dall’armamentario, estremamente vario e con il ritorno di classici indimenticabili come la doppietta, il fucile al plasma, il lanciamissili, la motosega ed l’immancabile BFG (big fucking gun Ndr), oltre a molte altre… ognuna con due modalità aggiuntive di fuoco, potenziabili trovando i robot sparsi per i livelli e conseguendo gli obiettivi che ci vengono posti in ogni mappa. Parlando dei nemici anche qui grandi ritorni, come il pink demon, il barone e così via… con un design rinnovato ma che più volte rimanda agli originali. Immancabili le tessere e i teschi colorati per sbloccare le porte, così come i tanti segreti sparsi per le mappe.

C’era una volta un certo Doom guy
Anche la storia ha il suo perchè… accompagnato da una colonna sonora esaltante, non manca una corposa componente di trama, mai invasiva, ma complessa il giusto per rendere meno banale il nostro compito di rispedire i demoni all’inferno. Doppiaggio di discreto livello, personaggi a loro modo interessanti, ed un finale che lascia intendere l’intenzione di sfornare altri capitoli all’occorrenza. Il ritmo degli eventi è ben scandito, i modi poco ortodossi del protagonista lasciano spazio a più di un sorriso quando risolverà certe situazioni senza perdere tempo con le buone maniere, e l’ottima longevità del gioco aiutano a rendere l’esperienza assolutamente godibile anche se non siamo intenzionati a sbloccare tutti i segreti o rigiocare il titolo una seconda volta.

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Doom Arena
Come era prevedibile non manca anche una componente online, che si divide tra il classico Arena multiplayer, e lo SnapMap. SnapMap è una modalità che ci permette di creare e condividere le nostre creazioni personali, così come di giocare quelle create dalla comunità L’editor è incredibilmente complesso e completo, ed è disponibile un lungo e comodo tutorial per imparare ad usarlo. La parte multiplayer comprende i classici deathmatch, team deathmatch e simili, con mappe discrete già nella versione base, ma moltissimi altri contenuti aggiuntivi acquistabili con il season pass o singolarmente.

Conclusioni
Doom è un grandissimo ritorno, sia per i neofiti che per gli appassionati di vecchia data. Un gioco ben disegnato, divertente, longevo… ha davvero tutto al posto giusto.

Voto:90

+ La fluidità di gioco lo rende fantastico da giocare

+ Longevo e dal level design di altissimo livello

– Multiplayer di base un poco scarno

– Difficile trovare difetti… magari la patch da 30GB?

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